In the conference of March 25 2015 in Torino there will be a special remembrance of Aeronwy Thomas, daughter of Dylan, who in 2006 visited a school in Turin, after many years of collaboration in a long distance creative writing workshop.
Aeronwy Thomas (on the right) with Mary Thomas, standing in front of the Dylan Thomas-inspired 'Captain Cat' statue in Swansea by sculptor Robert Thomas (1926-99).
Photo by Ceri Thomas.
Courtesy of Dr Ceri Thomas - curator, art historian and artist
courtesy of Fiona Green
Dylan Thomas, ecco che ricompare! È l’esclamazione interiore che mi venne spontanea quando, tanti anni fa, mio marito mi fece trovare al mio ritorno da scuola un libro di poesie del poeta gallese. Avevo svolto studi classici italiani e avevo incontrato la sua opera in un seminario sulla letteratura internazionale contemporanea: mi era parso alquanto difficile allora, anche se qualcosa di non convenzionale mi aveva colpita…
Aprii dunque il libro e lessi subito qualche poesia nel testo a fronte: ancora difficile, anche perché mi mancava l’immediatezza dell’originale con la sua ermeneutica e la sua fonetica, e la dislocazione grafica inusuale dei versi continuava a lasciarmi sorpresa, quasi come davanti ad un testo di Marinetti. Ne apprezzai le immagini, i sentimenti, i richiami ideali… sarebbe stato bello averlo conosciuto, magari vicino a quel mare di Brighton che mi aveva così commossa anni prima…
Immaginate la mia sorpresa quando la collega Lidia mi disse di conoscere la figlia di Dylan Thomas, Aeronwy, scrittrice e poetessa, amante dell’Italia; da lei avremmo potuto avere la direzione artistica per l’estensione delle esercitazioni di “Scrittura creativa” alle nostre classi di lingua inglese.
E fu così che iniziò un bellissimo percorso.
Per diversi anni alla scuola media “G. Perotti” di Torino diressi il laboratorio di scrittura creativa in lingua italiana mentre la collega, prof.ssa Lidia Chiarelli, quello in lingua inglese; grazie a lei, la poetessa Aeronwy Thomas, figlia del famoso poeta, diventò il tutor di eccellenza dei due laboratori, poiché conosceva e parlava scioltamente anche la lingua italiana.
Per circa dieci anni un filo ideale collegava a distanza gli allievi e la poetessa: essi volentieri componevano, disegnavano e le mandavano i loro testi corredati da immagini prodotte con varie tecniche artistiche, rispondendo così agli input trasmessi loro. Aeronwy fu sempre disponibile con i ragazzi, dedicando a ognuno suggerimenti mirati: di ciò i giovani avevano consapevolezza e le erano grati scrivendole spontaneamente lettere affettuose.
Un giorno, vincendo un po’ d’esitazione, le scrissi che componevo poesie da quando ero piccola e gliene mandai alcune insieme con quelle dei ragazzi; subito dimostrò apprezzamento traducendole con un’interpretazione che, a sua volta, era un’altra poesia.
Il 29 settembre 2006 Aeronwy venne alla scuola” Perotti” che la accolse con l’inno inglese ufficiale, e le canzoni Imagine e Yesterday.
Fu quella una mattina di cultura, d’interviste, di allegria. I lavori esposti nella scuola ripercorrevano quelli da lei guidati durante gli anni della collaborazione; alla fine dell’incontro musica, applausi e palloncini colorati suggellarono la festa con il sincero grazie di tutti. Al pomeriggio Aeronwy fu invitata alla Fondazione Sandretto – Re Rebaudengo di Torino. Alla presenza di pubblico numeroso tenne una “lectio” di alto livello sulla poetica di suo padre Dylan, leggendo magistralmente i versi arricchiti dal suo commento, accompagnati al violino dalla nostra preside.
Aeronwy amava Torino; durante il suo soggiorno visitò il centro storico, Piazza Castello, via Po con relative soste per “shopping” e qualche pausa presso i caffè storici.
Accompagnai lei e suo marito Trevor al museo del cinema: a volte la vidi commossa, davanti alle lanterne magiche, alle vetrine con i ricordi di Fellini e di altri registi celebri, al salotto di Cabiria. Aeronwy aveva vissuto alcuni anni a Roma e durante quel tempo si era avvicinata alla scuola del cinema conoscendo Dino De Laurentis; chissà quanti ricordi riaffiorarono dal suo vissuto.
Il momento magico fu la salita con l’ascensore fino alla terrazza della Mole. Il paesaggio chiaro e superbo la lasciò quasi senza fiato, facendo vivere anche a chi le era vicino un momento di poesia.
Poi, nel pomeriggio del giorno successivo, quella lontana domenica, il volo verso Londra; Aeronwy non tornò più a Torino. Ci lasciò per sempre tre anni dopo, il 27 luglio 2009. La notizia mi giunse inaspettata una sera d’estate, in vacanza, mentre guardavo dal terrazzo la luminosità del mare confondersi con il cielo. Provai pena e tristezza perché una cara persona si allontanava, inesorabilmente: non pensai alla notte che incedeva, ma all’alba anche per lei ormai prossima. Chissà, forse ci ritroveremo un giorno, pensai. Dolcemente, come credo sarebbe piaciuto a Aeronwy, così la salutavo:
Arrivederci Aeronwy.
Maria Fiorenza Verde